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21. Un avvertimento respinto

Libro - Il gran conflitto


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21. Un avvertimento respinto

Nel predicare la dottrina del secondo avvento, Miller e i suoi collaboratori avevano agito con l'intento di invitare gli uomini a prepararsi per il giudizio. Avevano cercato di scuotere quanti si dicevano religiosi per renderli consapevoli della vera speranza della chiesa oltre che del loro bisogno di un'esperienza cristiana più profonda. Si erano anche adoperati per far capire agli inconvertiti l'urgenza del pentimento e della conversione a Dio. Essi non cercavano di convertirli a una setta o a un partito religioso; perciò operavano in seno a tutti i partiti e a tutte le sette senza per nulla interferire nelle singole organizzazioni o nelle loro discipline.

« In tutto quello che ho fatto », diceva Miller, « io non ho avuto né l'intenzione, né l'idea di stabilire una confessione separata da quelle delle denominazioni esistenti, né di favorire una a detrimento delle altre. Ho cercato solo di rendermi utile a tutti. Supponevo che tutti i cristianí si rallegrassero alla prospettiva del ritorno di Cristo e, credendo che quanti non condividevano le mie idee non si sarebbero dimostrati ostili verso chi le adottava, non ritenevo necessario avere delle riunioni separate. Il mio unico scopo era di convertire le anime a Dio, di annunciare al mondo l'imminenza del giudizio e di indurre gli uomini a prepararsi per l'incontro con Dio nella pace. La grande maggioranza, di coloro che si sono convertiti in seguito alla mia predicazione, è entrata nelle varie chiese esistenti » Bliss, p. 328.

Siccome l'opera di Miller tendeva a edificare le chiese, essa, per un certo tempo, fu considerata favorevolmente. Poi i ministri di culto e i capi religiosi si schierarono contro la dottrina dell'avvento e intesero sopprimere ogni agitazione a questo proposito. Per questo non solo si opposero ad essa dall'alto dei pulpiti, ma vietarono ai loro membri di assistere alla predicazione del secondo avvento e anche di parlarne nelle riunioni sociali della chiesa. Così i Credenti vennero a trovarsi in grande perplessità e difficoltà. Essi amavano le loro chiese e non si sentivano di abbandonarle; però nel vedere che la testimonianza della Parola di Dio veniva soffocata e che si negava loro il diritto di studiare le profezie, sentirono che la fedeltà a Dio non consentiva loro di sottomettersi. Non potevano considerare come costituenti la chiesa di Cristo, che è « colonna e sostegno della verità », quanti cercavano d'impedire la testimonianza della Parola di Dio, così si sentirono giustificati nel lasciare la loro precedente affiliazione. Nell'estate del 1844 circa cinquanta mila persone abbandonarono le chiese.

Verso quel tempo si notò un notevole cambiamento nella maggior parte delle chiese- degli Stati Uniti. Da anni si assisteva a una graduale e progressiva conformità alle usanze e ai sistemi della mondanità, seguita da un corrispondente declino della vita spirituale; ma quell'anno vi furono segni evidenti di un improvviso e marcato cambiamento in quasi tutte le chiese del paese. Il fatto fu notato e diffusamente commentato sia dalla stampa che dal pulpito.

A una riunione del sinodo di Filadelfia, il dott. Barnes, autore di un commentario largamente usato e pastore di una delle più importanti chiese della città, « affermò che nel corso dei vent'anni del suo ministero mai, fino all'ultima comunione, egli aveva celebrato il rito senza ammettere nella chiesa un certo numero di nuovi membri. Ora non c'erano né risvegli, né conversioni, né crescita nella grazia in chi si diceva cristiano, e nessuno andava da lui per parlare della salvezza della propria anima. Alla prosperità materiale, ai progressi del commercio e dell'industria, corrispondeva un aumento di mondanità. Così era in tutte le denominazioni » Congregational lournal, 23 maggio 1844.

Nel mese di febbraio di quello stesso anno, il prof. Finney del collegio Oberlin aveva detto: « Ci siamo resi conto che in generale le chiese protestanti del nostro paese sono apatiche o addirittura ostili a quasi tutte le riforme morali del nostro tempo. Vi sono, sì, alcune eccezioni, ma non sufficienti a impedire che il fatto sia da considerare generale. Abbiamo anche un altro elemento significativo: la quasi totale assenza di un risveglio nella chiesa. L'indifferenza spirituale si nota dappertutto ed è terribilmente profonda; ne fa fede la stampa religiosa dell'intera nazione... In maniera sempre più diffusa i membri di chiesa sono schiavi della moda, partecipano ai banchetti, ai balli, alle feste degli inconvertiti.... Non è però il caso di dilungarci su questo argomento tanto doloroso. Ci basti dire, e ciò diviene sempre più evidente e sconvolgente, che le chiese stanno generalmente e tristemente degenerando. Si sono allontanate dal Signore ed Egli si è ritirato da loro ».

Un giornalista affermò nel Religious Telescope: « Mai abbiamo assistito a un così generale declino religioso come ora. La chiesa dovrebbe svegliarsi e cercare la causa di tanta afflizione, perché afflizione dev'essere considerata da chiunque ami Sion. Quando si. pensa ai pochi e rari casi di vera conversione, all'impertinenza e alla durezza dei peccatori, che sono senza precedenti, quasi involontariamente si è spinti a esclamare: "Dio ha dimenticato di essere benigno? t chiusa la porta della misericordia?" ».

La causa di un simile stato di cose si trovava nella chiesa stessa. Le tenebre spirituali che scendono sulle nazioni, sulle chiese e sugli individui non sono dovute a un arbitrario ritiro del soccorso della grazia da parte di Dio, ma alla negligenza e al rigetto della luce divina da parte degli uomini. Un esempio impressionante di questa verità è offerto dalla storia del popolo d'Israele al tempo di Cristo. A causa della sua mondanità e della sua dimenticanza di Dio e della sua Parola, il suo intendimento si era andato offuscando e il suo cuore si era fatto proclive alla mondanità e sensuale. In tal modo gli ebrei -,*gnorarono la venuta del Messia, e nel loro orgoglio e nella loro incredulità rigettarono il Redentore. Dio, però, neppure allora escluse la nazione israelita dalla conoscenza della salvezza o dalle benedizioni che ne derivavano. Però coloro che rigettarono la verità perdettero ogni desiderio per il dono celeste. Avevano mutato « le tenebre in luce e la luce in tenebre » a tal segno che la luce esistente in loro divenne una densa e fitta tenebra.

Satana si compiace di fare in modo che gli uomini ritengano le forme della religione, anche se è assente in loro lo spirito della pietà vivente. Dopo aver respinto il Vangelo, i giudei continuarono a praticare con zelo i loro antichi riti, a conservare il loro esclusivismo nazionale, pur ammettendo che la presenza di Dio non si manifestava più in mezzo a loro. La profezia di Daniele indicava in modo inconfondibile il tempo della venuta del Messia e ne prediceva chiaramente la morte; ma essi ne scoraggiavano lo studio e finirono, poi, con un maledizione che i rabbini pronunciarono su tutti coloro che avessero tentato di calcolare il tempo. Nella loro cecità e nella loro impenitenza gli israeliti, nel corso dei secoli successivi, dimentichi delle benedizioni promesse dal Vangelo, rimasero indifferenti alla graziosa offerta della salvezza, il che costituisce un solenne e tremendo monito contro il pericolo cui si va incontro rigettando la luce del cielo.

Le stesse cause producono gli stessi effetti. Chi deliberatamente reprime le proprie convinzioni circa il dovere solo perché esso interferisce. con le proprie inclinazioni, finisce col perdere la facoltà di distinguere fra verità ed errore. L'intelletto si annebbia, la coscienza si cauterizza, il cuore si indurisce e l'anima si separa da Dio. Là dove il messaggio della verità divina viene disprezzato o negletto, la chiesa è avvolta dalle tenebre, la fede e l'amore si raffreddano, e si `apre la porta alle stravaganze e ai dissensi. 1 membri di chiesa concentrano i propri interessi sulle cose del mondo, mentre i peccatori si induriscono sempre più nella loro impenitenza.

Il primo messaggio di Apocalisse 14 annuncìa l'ora del giudizio e invita gli uomini a temere Iddio e ad adorarlo. Il suo scopo era di sottrarre il popolo di Dio all'influsso corruttore del mondo e di renderlo consapevole dei suo stato di mondanità e di apostasia. In questo messaggio Dio rivolgeva alla chiesa un avvertimento che se fosse stato accolto avrebbe sanato i mali che la separavano da lui. Se la chiesa avesse accettato il messaggio del cielo e si fosse umiliata davanti al Signore cercando sinceramente di prepararsi per poter sussistere in sua presenza, lo Spirito e la potenza di Dio si sarebbero manifestati in essa. La chiesa avrebbe nuovamente raggiunto il benefico stato di unità, di fede e di amore esistenti al tempo degli apostoli, quando i credenti erano tutti « d'un sol cuore e d'un'anima sola » e « annunziavano la Parola di Dio con franchezza »; quando « il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione » Atti 4: 32, 3 1; 2: 47.

Se il cosiddetto popolo di Dio accettasse la luce che risplende nella sua Parola, raggiungerebbe quell'unità per la quale Cristo pregò, e che l'apostolo descrive come « unità dello Spirito col vincolo della pace ». Egli dice: « V'è un corpo unico ed un unico Spirito, come pure siete stati chiamati a un'unica speranza... V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo » Efesini 4: 3-5.

Questi furono i benefici risultati raggiunti da quanti accettarono il messaggio avventista. Essi provenivano da varie denominazioni, ma le barrieredenominazionali erano state abbattute; i loro credo contraddittori erano stati eliminati; la speranza non biblica in un millennio temporale era stata abbandonata, ed erano state corrette le false idee circa il secondo avvento. L'orgoglio e la conformità col mondo erano stati spazzati via; i torti erano stati riparati; i cuori erano uniti in una dolce comunione, e regnavano sovrani l'amore e la gioia. Se tale dottrina fece tutto questo per quei pochi che l'accettarono, avrebbe fatto altrettanto se tutti l'avessero accolta.

Purtroppo, in generale, le chiese non accettarono l'avvertimento. 1 loro ministri che, in qualità di sentinelle « della casa d'Israele » avrebbero dovuto essere i primi a discernere i segni della venuta di Gesù, non avevano riconosciuto la verità né dalla testimonianza profetica, né dai segni dei tempi. Le speranze terrene e le ambizioni mondane riempivano il cuore; l'amore per Dio e la fede nella sua Parola si erano andati affievolendo, e così quando la dottrina avventista fu presentata, ciò valse solo a provocare i loro pregiudizi e la loro incredulità. Il fatto poi che il messaggio era in gran parte annunciato da membri laici fu preso come argomento contro di esso. Come anticamente, anche questa volta la chiara testimonianza della Parola di Dio fu affrontata con la domanda: « Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto? ». Consapevoli di quanto fosse difficile refutare gli argomenti trattati dai periodi profetici, molti scoraggiavano lo studio delle profezie col pretesto che i libri profetici erano sigillati e che perciò non si potevano capire. Intere moltitudini, confidando implicitamente nei loro pastori, rifiutavano di ascoltare l'avvertimento; altri, pur essendo convinti della verità, non osavano confessarlo per tema di essere « banditi dalla sinagoga ». Il messaggio mandato da Dio per provare e purificare la chiesa rivelò quanto fossero numerosi coloro che avevano riposto i loro affetti su questo mondo anziché su Cristo. 1 legami che li tenevano uniti alla terra risultavano più forti dell'attrazione esercitata dal cielo. Essi preferirono prestare ascolto alla sapienza del mondo e in tal modo si distolsero dal messaggio di verità che scrutava i loro cuori.

Respingendo l'avvertimento del primo angelo, essi rigettarono il mezzo fornito dal cielo per la loro restaurazione. Avendo schernito il messaggio misericordioso capace di sanare i mali che lì separavano da Dio, con rinnovato slancio cercarono l'amicizia del mondo. Ecco dove risiede la causa della paurosa condizione di mondanità, di apostasia e di morte esistente nelle chiese nel 1844.

Nel capitolo 14 dell'Apocalisse, il primo angelo è seguito da un secondo che annuncia: « Caduta, caduta è Babilonia la grande, che ha fatto bere a tutte le' nazioni del vino dell'ira della sua fornicazione » Apocalisse 14: 8. Il termine Babilonia deriva da Babele e significa confusione. Esso è usato nella Bibbia per ìndicare le varie forme di religione falsa o apostata. In Apocalisse 17, Babilonia è raffigurata da una donna: immagine, questa, che nella profezia biblica è adoperata come simbolo della chiesa. La donna virtuosa rappresenta la chiesa pura, fedele; la donna corrotta indica la chiesa apostata.

Nella Bibbia, il carattere sacro e permanente della relazione fra Cristo e la sua chiesa è rappresentato dal vincolo matrimoniale. Il Signore ha unito il suo popolo a sé con un solenne patto: Egli promette di essere il suo Dio ed esso, a sua volta, si impegna ad essere suo e suo soltanto. Dio dice: « Ed io ti sposerò in eterno; e ti sposerò in giustizia, e in giudicio, e in benignità e in compassioni » Osea 2: 19 (D). « Io vi ho sposati » Geremia 3: 14 (D). Paolo, nel Nuovo Testamento, ricorre alla stessa immagine: « lo vi ho sposati ad un marito, per presentare una casta vergine a Cristo » 2 Corinzi 11: 2 (D).

L'infedeltà della chiesa nei confronti di Cristo, che consiste nel permettere che la sua fiducia e il suo affetto si distolgano da lui e che l'amore per le cose del mondo riempia l'anima, è paragonata alla violazione del voto matrimoniale. Il peccato d'Israele che si allontanava da Dio è presentato sotto questa immagine; mentre il sublime amore di Dio, che viene disprezzato, è così dipinto: « Io... ti feci un giuramento, firmai un patto con te, dice il Signore, l'Eterno, e tu fosti mia... Diventasti sommamente bella, e giungesti fino a regnare. La tua fama si sparse fra le nazìoni, per la tua bellezza; poich'essa era perfetta, avendoti io coperta della mia magnificenza, dice il Signore... Tu confidasti nella tua bellezza, e ti prostituìsti in grazia della tua fama... come una donna adultera, che riceve gli stranieri invece del suo marito » Ezechiele 16: 8, 13~ 15, 32. Come « una moglie è disleale al suo consorte, così voi... siete stati disleali inverso me » Geremia 3: 20 (D).

Nel Nuovo Testamento, analogo linguaggio viene usato verso i cosiddetti cristiani che cercano l'amicizia del mondo anziché il favore di Dio. Dice l'apostolo Giacomo: « 0 gente adultera, non sapete voi che l'amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio » Giacomo 4: 4.

- La donna (Babilonia) di Apocalisse 17 è descritta « vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle; aveva in mano un calice d'oro pieno di abominazioni e delle immondizie... e sulla fronte avea scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici ». Il profeta continua: « E vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù ». Babilonia è descritta, inoltre, come « la gran città che impera sui re della terra » Apocalisse 17: 4-6, 18. Il potere che per secoli ha esercitato un'autorità dispotica sui monarchi del mondo cristiano è Roma. La porpora e lo scarlatto, l'oro, le pietre preziose e le perle descrivono vividamente la magnificenza e la pompa più che regale che caratterizza la sede di Roma. Nessun'altra potenza potrebbe essere giustamente definita « ebbra del sangue dei santi » come la chiesa che con tanta crudeltà ha perseguitato i seguaci di Cristo. Babilonia è accusata anche del peccato di illecita unione con « i re della terra ». Allontanandosi dal Signore per allearsi ai pagani, la chiesa giudaica diventò una meretrice; Roma, corrompendosi allo stesso modo, cercando cioè l'appoggio delle potenze di questo mondo, riceve la stessa condanna.

Babilonia è detta « madre delle meretrici ». Per sue figlie debbono essere intese, simbolicamente, le chiese che si attengono alle sue dottrine, alle sue tradizioni e che ne seguono l'esempio, sacrificando la verità e l'approvazione di Dio per contrarre un'illecita alleanza col mondo. Il messaggio di Apocalisse 14, che annuncia la caduta di Babilonia, si applica a quei gruppi religiosi che un tempo erano puri, ma che poi si sono gradatamente corrotti. Poiché questo messaggio segue quello che annuncia il giudizio, ne deriva che esso deve essere dato negli ultimi giorni, quindi non puo riferirsi solo alla chiesa di Roma, in quanto questa si trova in tale stato di decadimento ormai da molti secoli. Inoltre, nel capitolo 18 dell'Apocalisse, il popolo di Dio è invitato a uscire di Babilonia. Secondo questo testo, molti membri del popolo di Dio debbono trovarsi ancora in Babilonia. Ora, in quali settori religiosi vanno ricercati la maggior parte dei seguaci di Cristo? Indubbiamente nelle varie chiese che professano la fede protestante. Quando queste chiese sorsero, assunsero una nobile posizione per Dio e, per la verità: su di esse scese la sua benedizione. Perfino i non-credenti furono costretti a riconoscere i benefici risultati che derivavano dall'accettazione dei princìpi del Vangelo. Dice il profeta: « E la tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; poich'essa era perfetta, avendoti io coperta della mia magnificenza, dice il Signore » Ezechiele 16: 14. Ma esse sono cadute a motivo dello stesso desiderio che aveva determinato la rovina e la maledizione d'Israele: il desiderio di imitare le abitudini degli empi e di corteggiare la loro amicizia. « Ma tu confidasti nella tua bellezza, e ti prostituisti in grazia della tua fama » Ezechiele 16: 15.

Molte chiese protestanti stanno imitando l'esempio di Roma, nella sua empia unione con « i re della terra »; le chiese di stato, alleandosi coi governi temporali; altre denominazioni, cercando il favore del mondo.- Il termine Babilonia (confusione) può risultare appropriato per questi gruppi religiosi che, pur dicendo di attingere le loro dottrine dalla Bibbia, nella realtà sono suddivisi in innumerevoli sette con tutta una serie di « credo » e di eresie in contrasto fra loro.

Oltre a una colpevole unione col mondo, le chiese che si sono separate da Roma presentano anche altre sue caratteristiche.

In un'opera cattolica si legge: « Se la chiesa romana è colpevole di idolatria, la chiesa anglicana lo è altrettanto: ha dieci chiese dedicate a Maria su una dedicata a Cristo » R. Challoner, The Catholic Christian Instructed, pp. 21, 22.

Il dottor HoPkins nella sua opera A treatise on the Millennium, dichiara: « Non c'è ragione di ritenere che lo spirito e le pratiche anticristiani siano confinati a quella che viene chiamata chiesa di Roma. Le chiese protestanti hanno molto di anticristiano nel loro seno e sono ben lungi dall'essersi riformate... da ogni corruzione ed empietà » S. Hopkins, Works, vol. 2, p. 328.

Circa la separazione della chiesa presbiteriana da Roma, il dottor Guthrie scrive: « Trecento anni fa la nostra chiesa uscì dalle porte di Roma con una Bibbia aperta sulla sua bandiera e col motto "Investigate le Scritture!" ». Egli, poi, si pone questa significativa domanda: « Ma è uscita pura da Babilonia? » Th. Guthrie, The Gospel in Ezekiel, p. 237.

« La chiesa anglicana », dice Spurgeon, « sembra rosa dal sacramentalismo; però il nonconformismo risulta dannosamente intaccato dall'incredulità filosofica. Coloro dai quali noi ci aspettavamo le cose migliori, si vanno distaccando a uno a uno dai fondamenti della fede. Io credo che il cuore dell'Inghilterra sia sempre più profondamente crìvellato da una dannosa incredulità che ardisce ancora salire sul pulpito e definirsi cristiana ».

Quale fu l'origine della grande apostasia? In che modo la chiesa comincio ad allontanarsi dalla semplicità dell'Evangelo? Conformandosi alle pratiche del paganesimo per facilitare l'accettazione del cristianesimo da parte dei pagani. L'apostolo Paolo scriveva: « Il mistero dell'empietà e già all'opra » 2 Tessalonicesi 2: 7. « Finché vissero gli apostoli, la chiesa rimase relativamente pura; ma verso la fine del secondo secolo la maggior parte delle chiese assunse una nuova forma: scomparve la primitiva semplicità e insensibilmente, a mano a mano che i vecchi discepoli scendevano nella tomba, i loro figli, con i nuovi convertiti... si fecero avanti e diedero una nuova forma alla causa » R. Robinson, Ecclesiastica Researches, cap. 6, par. 17, p. 51. Per avere dei convertiti si abbassò l'alto ideale della fede cristiana, e così « un'ondata di paganesimo penetrò nella chiesa traendo seco i suoi costumi, le sue pratiche e i suoi idoli » Gavazzi, Lectures, p. 278. Poiché la religione cristiana godeva del favore e dell'appoggio del potere secolare, fu nominalmente accettata da moltitudini di persone; però, pur sembrando in apparenza cristiani, « molti rimasero sostanzialmente pagani e in segreto continuavano ad adorare i loro idoli » Ibidem.

La stessa cosa non si è forse verificata in quasi tutte le chiese che si dicono protestanti? Quando i loro fondatori, coloro che possedevano il vero spirìto di riforma, morirono, i loro discendenti ne presero il posto e « rinnovarono la causa ». Pur attenendosi ciecamente al credo dei loro padri e rifiutando di accettare qualunque verità oltre quelle che avevano conosciute, i figli dei riformatori si dipartirono nettamente dal loro esempio di umiltà, di altruismo e di rinuncia al mondo. Così scomparve « la primitiva semplicità ». Un'ondata di mondanità invase la chiesa, « trascinando seco i suoi costumi, le sue pratiche, i suoi idoli ».

Ahimè! quale estensione ha assunto oggi, in seno ai cosiddetti seguaci di Cristo, quell'amicizia del mondo che è « inimicizia con Dio »! Le chiese popolari del mondo cristiano, come si sono allontanate dai princìpi di umiltà, di rinuncia, di semplicità e di pietà! Diceva Giovanni Wesley, parlando del giusto uso del denaro: « Non sprecate nulla di questo prezioso talento, semplicemente per appagare il desiderio degli occhi, in ornamenti superflui e costosi. Non sprecatelo per ornare le vostre case con stravaganza, con mobili di prezzo e inutili; con quadri preziosi ecc... Non fate nulla per soddisfare l'orgoglio della vita e per attirare l'ammirazione degli uomini... Finché soddisferai te stesso,' gli uomini diranno bene di te. Finché andrai vestito di porpora e di lino fino e ti nutrirai sontuosamente ogni giorno, molti loderanno l'eleganza del tuo gusto, la tua generosità, la tua ospitalità. Però non pagare a così caro prezzo il loro plauso; ma accontentati dell'onore che procede da Dio » I. Wesley, Works, sermone 50: The use of Money. Purtroppo, in molte chiese del nostro tempo questa esortazione è trascurata.

È ormai diventato popolare appartenere a una chiesa. Capi di stato, uomini politici, magistrati, dottori, industriali, commercianti, si uniscono alla chiesa perché questo è un mezzo per assicurarsi il rispetto e la fiducia della società, e per favorire i propri interessi materiali. In tal modo essi cercano di coprire la loro discutibile condotta sotto il manto del cristianesimo. Le varie confessioni religiose, forti della ricchezza e dell'influsso di questi mondani battezzati, sì adoperano alacremente per assicurarsi la popolarità e il prestigio. Chiese splendide, abbellite in modo stravagante, vengono erette nelle vie maggiormente frequentate. I loro membri indossano abiti eleganti, costosi, alla moda. Un salario elevato è pagato a un ministro dotato di talento, capace di attirare e di mantenere vasti uditori. 1 suoi sermoni, naturalmente, non debbono toccare i peccati comuni, ma accarezzare piacevolmente le orecchie. Così i peccatori di una certa classe entrano a far parte della comunità, e i peccati « alla moda » rimangono nascosti sotto la parvenza di una presunta pietà.

Commentando l'attuale atteggiamento dei cosiddetti cristiani nei con fronti del mondo, un grande quotidiano scriveva: « Insensibilmente la chiesa ha ceduto allo spirito del tempo, adattandone le forme del culto ai bisogni moderni... Attualmente la chiesa si serve di tutto quello che puo rendere la religione attraente ». Un cronista del giornale Independent di New York, così parlava dei metodisti: « La linea di separazione fra chi e pio e chi non lo è si dissolve in una specie di penombra, e da ambo le parti uomini zelanti si adoperano per eliminare ogni differenza fra il loro rispettivo modo di agire e di divertirsi... La popolarità della religione tende sempre più ad accrescere il numero di coloro che vorrebbero goderne i benefici senza però compierne i doveri ».

Howard Crosby dice: «.È preoccupante notare come la chiesa di Cristo si attenga così poco alle intenzioni del suo Signore. Come ì giudei, in seguito alla loro familiarità con le nazioni idolatre, ritrassero i loro cuori da Dio... così la chiesa di Gesù, oggi, con la sua intimità fuori posto con un mondo scettico sta abbandonando i metodi divini della sua vera vita per cedere alle perniciose -anche se plausibili abitudini di una società priva di Cristo, e si serve di argomenti che la portano a conclusioni del tutto estranee alla rivelazione di Dio e in opposizione con ogni crescita nella grazia » The Healthy Christian: An Appeal to the Church, pp. 141, 142.

In questa marea di mondanità e di ricerca del piacere, lo spirito di rinuncia e di sacrificio per amore di Cristo è stato quasi del tutto perduto di vista. « Uomini e donne che attualmente hanno una parte attiva nella chiesa, da bambini sono stati abituati a compiere sacrifici nell'intento di poter dare o fare qualcosa per Gesù ». Ma « se ora il denaro manca... nessuno deve essere sollecitato a dare. No, perché si ricorrerà a una fiera di beneficenza, a una serata ricreativa, a una lotteria, a una cena, insomma a qualcosa che possa divertire la gente ».

Il governatore Washburn del Wisconsin, nel suo messaggio annuale del 9 gennaio 1873, dichiarò: « Sarebbe necessaria una legge per chiudere quelle scuole dove si formano i giocatori d'azzardo. Ve ne sono dappertutto. Perfino la chiesa (sia pure inconsapevolmente) talvolta fa l'opera del diavolo. Concerti, iniziative varie, lotterie organizzate per scopi religiosi o caritatevoli - ma spesso con fini meno degni - tombole, pacchi premio, e altro, sono altrettanti espedienti cui si ricorre solo per raccogliere denaro senza dare niente in contropartita. Non c'è nulla di più demoralizzante e di intossicante, specie per i giovani, di procurarsi del denaro o altro senza lavorare. Poiché gente rispettabile si impegna in queste iniziative placando la propria coscienza con l'idea che il denaro andrà a favore di un progetto degno, non c'è da meravigliarsi, perciò, che la gioventù di questo stato finisca col cadere in quelle abitudini che quasi sicuramente saranno provocate dall'eccitazíone dei giochi d'azzardo ».

Lo spirito di conformità al mondo sta invadendo tutte le chiese cristiane. Roberto Atkins, in un sermone predicato a Londra, traccia un quadro piuttosto oscuro del declino spirituale che si va manifestando in Inghilterra. « 1 veri giusti vanno scomparendo dalla terra, e sembra che nessuno se ne renda conto. Quanti, in ogni chiesa, professano la religione dell'ora presente, amano il mondo, si conformano ad esso, ricercano le comodità della vita e aspirano alla rispettabilità. Chiamati a soffrire con Cristo, essi si ritirano davanti al disprezzo... Apostasia, apostasia, apostasia.1 si legge sulla facciata di ogni chiesa. Se essi lo sapessero e se ne rendessero conto, ci potrebbe essere speranza, ma ahimè! essi gridano: "Noi siamo ricchi, ci siamo arricchiti e non abbiamo bisogno di nulla" » Second Advent Library, opusc. n. 39.

Il grande peccato attribuito a Babilonia fu che essa fece bere a tutte le nazioni « del vino dell'ira della sua fornicazione ». Questo calice intossicato che essa porge al mondo rappresenta le false dottrine che ha accettato come conseguenza della sua illecita relazione con i grandi della terra. L'amicizia del mondo corrompe la fede, e la chiesa esercita un'azione corruttrice sul mondo attraverso l'insegnamento di dottrine che risultano in opposizione con le chiare affermazioni della Parola di Dio.

Roma tolse la Bibbia al popolo e impose a tutti gli uomini di accettare al suo posto i propri insegnamenti. L'opera della Riforma consisteva nel ricondurre gli uomini alla Parola di Dio; ma non è forse vero che le chiese del nostro tempo insegnano a far poggiare la propria fede sul credo e sull'insegnamento della chiesa, anziché sulle Scritture? Parlando delle chiese protestanti, Carlo Beecher disse: « Esse si guardano da ogni parola severa contro i credo con la stessa cura con la quale i santi padri si sarebbero astenuti da ogni dura parola contro la nascente venerazione dei santi e dei martiri che essi stavano incrementando... Le denominazioni evangeliche protestanti si sono talmente legate le mani che uno non può diventare predicatore se non accetta anche qualche altro libro oltre la Bibbia... Non c'è nulla di arbitrario nell'affermare che la forza del credo sta ora cominciando a proibire la Bibbia come ha fatto Roma, sebbene in maniera più sottile » Sermon on « The Bible a Sufficient Creed » predicato a Fort Wayne, il 22 febbraio 1846.

Quando degli interpreti fedeli espongono la Parola di Dio, si levano degli uomini dotti, dei ministri che pretendono di comprendere la Scrittura, i quali denunciano come eresia la sana dottrina e così distolgono dalla verità quanti desiderano indagarla. Se il mondo non fosse disperatamente intossicato dal vino di Babilonia, vere moltitudini rimarrebbero convinte e sarebbero convertite dalle chiare e incisive verità della Parola di Dio. Ma la fede religiosa appare così confusa e discorde che molti si chiedono che cosa credere come verità. Il peccato dell'impenítenza del mondo è proprio sulla porta della chiesa.

Il messaggio del secondo angelo di Apocalisse 14 fu proclamato per la prima volta nell'estate del 1844 ed ebbe allora una più diretta applicazione alle chiese degli Stati Uniti dove l'avvertimento del giudizio era stato più diffusamente predicato e più generalmente respinto, e dove il declino delle chiese era apparso più rapido. Il messaggio del secondo angelo, però, non ebbe il suo completo adempimento nel 1844. Le chiese, allora, conobbero una caduta morale in seguito al loro rigetto della luce del messaggio avventista; ma la caduta non fu totale. Però, siccome hanno continuato a rigettare le speciali verità per il nostro tempo, esse sono cadute sempre più in basso. Ma non si può ancora dire che « Caduta è Babilonia... poiché tutte le nazioni han bevuto dei vino dell'ira della sua fornicazione ». Essa non l'ha ancora fatto con tutte le nazioni. Lo spirito di conformità al mondo e di indifferenza verso le precise verità per il nostro tempo esiste, e guadagna terreno nelle chiese di fede protestante in tutti i paesi cristiani; queste chiese sono incluse nella solenne e terribile denuncia del secondo angelo. Nondimeno, l'opera di apostasia non è ancora giunta al culmine.

La Bibbia dice che prima della venuta del Signore, Satana agirà « con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi; e con ogni sorta di inganno d'iniquità » e coloro che « non hanno aperto il cuore all'amor della verità per esser salvati » subiranno « efficacia d'errore onde credano alla menzogna » 2 Tessalonicesi 2: 9-1 l. Solo quando si attuerà- questa condizione e l'unione delle chiese col mondo sarà raggiunta in tutta la cristianità, la caduta di Babilonia sarà completa. Il cambiamento è progressivo e il pieno adempimento di Apocalisse, 14: 8 è ancora futuro.

Nonostante le tenebre spirituali e l'allontanamento da Dio esistenti nelle chiese che costituiscono Babilonia, molti fedeli seguaci di Cristo si trovano ancora in esse. Una buona parte di costoro non hanno mai udito le speciali verità per il nostro tempo. Molti sono insoddisfatti del loro attuale stato e bramano una luce maggiore. Invano cercano l'immagine di Cristo nelle chiese di cui fanno parte. Via via che le chiese si distaccano sempre più dalla verità e si uniscono più intimamente col mondo, la differenza fra le due classi si f a più netta e sfocerà nella separazíone. Verrà il tempo in cui coloro che amano Dio al di sopra di ogni cosa non rimarranno più collegati con quanti sono « amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza ».

Apocalisse 18 indica un tempo nel quale, come risultato del rigetto del triplice avvertimento di Apocalisse 14: 6-12, la chiesa avrà raggiunto la condizione predetta dal secondo angelo. Allora il popolo di Dio che si trova ancora in Babilonia sarà invitato a separarsi da essa. Questo è l'ultimo messaggio rivolto al mondo e compira la sua opera. Quando coloro che « non han creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell'iniquità (2 Tessalonicesi 2: 12) saranno abbandonati a un potere ingannatore e crederanno alla menzogna, la luce della verità per contro risplenderà su tutti coloro che hanno aperto il loro cuore per riceverla, e tutti i figli di Dio rimasti in Babilonia risponderanno all'invito: « Uscite da essa, o popol mio » Apocalisse 18: 4.

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