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25. La legge di Dio è immutabile

Libro - Il gran conflitto


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25. La legge di Dio è immutabile

E il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto, e si vide... l'arca del suo patto » Apocalisse 11: 19. L'arca del patto di Dio è nel luogo santissimo, seconda sezione del santuario. Nel rituale del tabernacolo terreno, figura e ombra delle cose celesti, questa sezione veniva aperta solo nel gran giorno dell'espiazione, per la purificazione del santuario. L'annuncio che il tempio di Dio in cielo era stato aperto e che l'arca del suo patto era visibile, indica l'apertura del luogo santissimo del santuario celeste nel 1844, quando Cristo vi entrò per cominciare la fase conclusiva della sua opera di espiazione. Coloro che con l'occhio della fede avevano seguito il loro grande Sommo Sacerdote che inaugurava il suo ministero nel luogo santissimo, videro l'arca del patto. Avendo studiato l'argomento del santuario, avevano capito il cambiamento sopravvenuto nelle funzioni sacerdotali del Salvatore che officiava davanti all'arca di Dio, facendo valere i meriti del suo sangue in favore dei peccatori.

L'arca del tabernacolo terreno conteneva le due tavole di pietra sulle quali erano scritti i precetti della legge di Dio. L'arca era semplicemente la custodia delle tavole del decalogo: era la presenza di questi precetti divini che le dava valore e carattere sacro. Quando il tempio di Dio in cielo fu aperto, fu vista l'arca del suo patto. Nel luogo santissimo del santuario celeste è preziosamente custodita la legge divina, legge che fu promulgata da Dio stesso in mezzo ai tuoni del Sinai e scritta dal suo stesso dito sulle tavole di pietra.

La legge di Dio nel santuario celeste è il grande documento originale del quale i precetti scritti sulle tavole di pietra e ricordati da Mosè nel Pentateuco erano solo una trascrizione. Quanti giunsero a capire questa cosa così importante, compresero anche il carattere sacro e immutabile della legge divina. Videro, come mai prima, la forza delle parole di Gesù: « Finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà » Matteo 5: 18. La legge di Dio, essendo una rivelazione della sua volontà e una riproduzione del suo carattere, deve durare eternamente, « fedele testimone nei cieli ». Nessun comandamento è stato annullato, non un iota o un apice è stato mutato. Dice il Salmista: « In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli ». « Tutti i suoi precetti sono fermi, stabili in sempiterno » Salmo 119: 89; 111: 7, 8.

Proprio al centro del decalogo c'è il quarto comandamento, come fu proclamato la prima volta: « Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno, ch'è l'Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch'è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l'ha santificato » Esodo 20: 8-11.

Lo Spirito di Dio operò nei cuori di coloro che studiavano la sua Parola, i quali si convinsero di avere trasgredito, per ignoranza, questo precetto, e di avere così trascurato il giorno di riposo del Creatore. Essi cominciarono a esaminare le ragioni che avevano indotto i cristiani a osservare il primo giorno della settimana invece del settimol che era stato santificato da Dio; ma non trovarono nessuna prova nelle Scritture che il quarto comandamento fosse stato abolito o che il sabato fosse stato sostituito. La benedizione posta al principio sul settimo giorno non era mai stata rimossa. Essi, che avevano cercato onestamente di fare la volontà di Dio, nel riconoscersi trasgressori della sua legge provavano tristezza nel cuore, e manifestarono la loro fedeltà a Dio santificando il suo sabato.

Numerosi e intensi sforzi vennero fatti per abbattere la loro fede. Nessuno, però, poteva fare a meno di rendersi conto che se il santuario terrestre era una figura o un'ombra di quello celeste, la legge deposta nell'arca del patto sulla terra era una trascrizione di quella che si trovava nell'arca del patto in cielo. L'accettazione della verità relativa al santuario celeste implicava il riconoscimento delle esigenze della legge di Dio e l'obbligo del sabato del quarto comandamento. Questo suscitò un'amara e accanita opposizione contro l'esposizione armonica delle Scritture che rivelavano il ministero di Cristo nel santuario celeste. Gli uomini cercavano di chiudere la porta che Dio aveva aperto e di aprire la porta che Dio aveva chiuso. « Colui che apre e nessuno chiude, Colui che chiude e nessuno apre » aveva dichiarato: « Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere » Apocalisse 3: 7, 8. Cristo aveva aperto la porta, o ministero, del luogo santissimo, attraverso la quale usciva la luce del santuario celeste. Questo consentì di capire che il quarto comandamento faceva parte della legge in esso conservata. Quello che Dio aveva stabilito non poteva essere abbattuto dall'uomo.

Coloro che avevano accettato la luce relativa alla mediazione di Cristo e alla perpetuità della legge di Dio, si resero conto che queste verità erano presentate in Apocalisse 14. 1 messaggi di questo capitolo costituiscono un triplice avvertimento (32) che deve preparare gli abitanti della terra per il secondo avvento del Signore. L'annuncio: « L'ora del suo giudizio è venuta » addita l'opera conclusiva del ministero di Cristo per la salvezza degli uomini, e annuncia una verità che dev'essere proclamata fino a che non sia stata conclusa l'intercessione del Salvatore; dopo di che Egli ritornerà su questa terra per prendere il suo popolo con sé. L'opera del giudizio, cominciata nel 1844, dovrà proseguire finché non siano stati decisi i casi di tutti - dei vivi e dei morti -, e quindi continuerà sino alla fine del tempo di grazia. Affinché gli uomini siano preparati ad affrontare il giudizio, il messaggio dice loro: « Temete Iddio e dategli gloria... e adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque ». Il risultato dell'accettazione di questi messaggi è indicato dalle parole: « Qui son coloro che osservano i comandamenti di Dio, e la fede di Gesù » Apocalisse 14: 12 (D). Per essere pronti per il giudizio, è necessario che gli uomini osservino la legge di Dio, legge che servirà come misura del carattere nel giudizio. L'apostolo Paolo dichiara: « Tutti coloro che avranno peccato avendo la legge, saranno giudicati con quella legge... nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo ». E dice inoltre che: « Non quelli che ascoltano la legge sono giusti dinanzi a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati » Romani 2: 12-16. Per osservare la legge di Dio è indispensabile la fede perché « senza fede è impossibile piacergli » (Ebrei 11: 6), e « tutto ciò che non è di fede è peccato » Romani 14: 23 (D).

Il primo angelo invita gli uomini a temere Iddio, dargli gloria e adorarlo come Creatore dei cieli e della terra. Per farlo, essi debbono ubbidire alla sua legge. Dice il Savio: « Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell'uomo » Ecclesiaste 12: 15. Senza l'ubbidienza ai suoi comandamenti nessun culto può essere gradito a Dio. « Questo è l'amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti » 1 Giovanni 5: 3. « Se uno volge altrove gli orecchi per non udire la legge, la sua stessa preghiera è un abominio » Proverbi 28: 9.

Il dovere di adorare Iddio si basa sul fatto che Egli è il Creatore e che a lui tutti gli esseri debbono la loro esistenza. Nella Bibbia, ogni volta che viene presentata la sua richiesta di riverenza e di adorazione al di sopra degli dèi pagani, è messa in evidenza la sua potenza creatrice: « Poiché tutti gli dèi dei popoli son idoli vani, ma l'Eterno ha fatto i cieli » Salmo 96: 5. « A chi dunque mi vorreste assomigliare perch'io gli sia pari? dice il Santo. Levate gli occhi in alto, e guardate: Chi ha create queste cose? » Isaia 40: 25, 26. « Così parla l'Eterno che ha creato i cieli, l'Iddio che ha formato la terra, l'ha fatta... lo sono l'Eterno e non ve n'è alcun altro » Isaia 45: 18. Il Salmista dice: « Riconoscete che il Signore è Iddio; egli è quel che ci ha fatti, e non noi stessi » Salmo 100: 3 (D). « Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti all'Eterno che ci ha fatti! » Salmo 95: 6. Gli esseri santi che in cielo adorano Dio indicano il motivo dell'omaggio a lui dovuto: « Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricever la gloria e l'onore e la potenza: poiché tu creasti tutte le cose » Apocalisse 4: 11.

In Apocalisse 14 gli uomini sono invitati ad adorare il Creatore, e la profezia mette in luce - come risultato della proclamazione del triplice messaggio - un gruppo di persone che osservano i comandamenti di Dio. Uno di questi comandamenti indica Dio come Creatore. Il quarto precetto dichiarà: « Il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno, ch'è l’Iddio tuo... poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l'ha santificato » Esodo 20: 10, 1 l. Del sabato, il Signore dice che esso dev'essere « un segno... dal quale si conosca che io sono l'Eterno, il vostro Dio » Ezechiele 20: 20. La ragione data è: « In sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cessò di lavorare, e si riposò » Esodo 31: 17.

« L'ìmportanza del sabato come memoriale della creazione è che esso tiene sempre presente la vera ragione per cui l'adorazione è dovuta a Dio ». Egli è il nostro Creatore e noi siamo le sue creature. « Il sabato sta alla base del culto a Dio, perché insegna questa grande verità nel modo più incisivo, e nessun'altra istituzione lo fa. La vera ragion d'essere dell'adorazione resa a Dio - non unicamente il settimo giorno - risiede nella distinzione che esiste fra il Creatore e le sue creature. Questo grande fatto non può mai essere considerato superato e mai deve essere perduto di vista » J. N. Andrews, History of the Sabbath, cap. 27. Fu perché questa verità rimanesse sempre presente nella mente degli uomini che Dio istituì il sabato in Eden, e finché sussisterà il fatto che Egli è il nostro Creatore, esso rappresenterà la ragione per la quale dobbiamo adorarlo e considerare il sabato come un segno e un memoriale. Se il sabato fosse stato universalmente osservato, i pensieri e gli affetti degli uomini sarebbero stati rivolti al Creatore come oggetto di riverenza e di adorazione, e non ci sarebbe mai stato un idolatra, un ateo, un incredulo. L'osservanza del sabato è un segno di fedeltà al vero Dio, « Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque ». Ne deriva che il messaggio che invita gli uomini ad adorare Iddio e a osservare i suoi comandamenti, li esorterà particolarmente a rispettare il quarto comandamento.

In contrasto con coloro che osservano i comandamenti di Dio e hanno la fede di Gesù, il terzo angelo indica un altro gruppo di persone, contro gli errori delle quali viene pronunciato un solenne e terribile avvertimento: « Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, beverà anch'egli del vino dell'ira di Dio » Apocalisse 14: 9, 10. Per comprendere questo messaggio è necessaria una corretta interpretazione dei simboli adoperati. Che cosa rappresentano la bestia, l'immagine, il marchio?

La catena profetica nella quale si trovano questi simboli comincia con Apocalisse 12, col dragone che cercò di distruggere Cristo alla sua nascita. Il dragone è chiamato anche Satana (Apocalisse 12: 9). Fu lui a suggerire a Erode di mettere a morte il Salvatore. Però l'agente di Satana che mosse guerra a Cristo e al suo popolo nel corso dei primi secoli dell'èra cristiana fu l'impero romano, del quale il paganesimo era la religione dominante. Così, mentre rappresenta anzi tutto Satana, il dragone è in un senso secondario anche il simbolo della Roma pagana.

Nel capitolo 13 (versetti 1-10), è descritta un'altra bestia « simile a un leopardo », alla quale « il dragone... diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà ». Questo simbolo, come molti protestanti hanno creduto, rappresenta il papato che riuscì a impadronirsi della potenza, del trono e dell'autorità che un tempo erano appartenuti all'impero romano. Della bestia simile a un leopardo è detto: « E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie... Ed essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione ». Questa profezia, che è quasi identica alla descrizione del piccolo corno di Daniele 7, indica incontestabilmente il papato.

« Le fu data potestà di agire per quarantadue mesi ». Il profeta dice: « E io vidi una delle sue teste come ferita a morte ». Poi conclude: « Se uno mena in cattività andrà in cattività; - se uno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada ». I quarantadue mesi corrispondono a « un tempo, dei tempi e la metà di un tempo », cioè tre anni e mezzo o milleduecentosessanta giorni di Daniele 7: periodo durante - il quale il potere papale doveva opprimere il popolo di Dio. Questo tempo, come si è visto nei capitoli precedenti, ebbe inizio con la supremazia di Roma nel 538 d. C. e finì nel 1798, quando il papa fu fatto. prigioniero dalle truppe francesi e il potere papale subì una ferita mortale. Si adempiè così la predizione: « Se uno mena in cattività andrà in cattività ».

A questo punto appare un nuovo simbolo. Il profeta dice: « Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, ed avea due corna come quelle d'un agnello » Apocalisse 13: 1 l. Sia l'apparizione di questa bestia che il modo come essa sorge indicano che la nazione che. rappresenta è dissimile da quelle presentate dai simboli precedenti. 1 grandi regni che hanno dominato il mondo furono presentati al profeta Daniele come animali da preda, sorti quando si scatenarono « sul mar grande i quattro venti dei cielo » Daniele 7: 2. In Apocalisse un angelo spiegò che le acque significano « popoli e moltitudini e nazioni e lingue » Apocalisse 17: 15. 1 venti sono' il simbolo della guerra. 1 quattro venti del cielo che si scatenano sul mar grande simboleggiano le terribili scene di guerra e di rivoluzione dalle quali i regni hanno attinto il loro potere.

La bestia con due coma simili a quelle di un agnello « saliva dalla terra ». Anziché rovesciare le altre potenze per sostituirsi ad esse, la nazione qui raffigurata doveva sorgere su un territorio precedentemente non occupato e crescere gradualmente, in modo pacifico. Per conseguenza, essa non poteva -uscire dalle popolose e bellicose nazioni del Vecchio Mondo: da questo turbolento mare di « popoli, moltitudini, nazioni e lingue ». Doveva essere cercata nel continente occidentale.

Quale è la nazione del Nuovo Mondo che nel 1798, ancora giovane, richiamava già l'attenzione del mondo e prometteva potenza e grandezza? L'applicazione del simbolo non lascia nessuna possibilità di incertezza. Una nazione, una nazione sola ha i requisiti indicati dalla profezia: gli Stati Uniti d'America. Ripetutamente il pensiero e talvolta le stesse parole dello scrittore. sacro sono stati adoperati dagli oratori e dagli storiografi per descrivere la nascita e lo sviluppo di questa nazione. La bestia « saliva dalla terra ». Secondo i traduttori la parola « saliva » significa letteralmente « crescere o uscire dalla terra come una pianta ». Come abbiamo visto, la nazione doveva sorgere in un territorio precedentemente non occupato. Uno scrittore eminente, nel descrivere la nascita degli Stati Uniti, parla del « mistero della sua uscita dal nulla » e dice « simile a un seme silenzioso noi siamo divenuti un impero » G. A. Townsend, The New World Compared With the Old, p. 462. Un giornale europeo nel 1850 parlava degli Stati Uniti come di un impero meraviglioso « emerso... in mezzo al silenzio della terra, che accresceva quotidianamente la sua forza e il suo splendore » The Dublin Nation, Edward Everett, in un discorso sui Padri Pellegrini, fondatori di questa nazione, disse: « Cercavano essi un luogo appartato, inoffensivo a cagione della sua oscurità, sicuro per la sua lontananza, dove la piccola chiesa di Leyden potesse godere della libertà di coscienza? Ecco, allora, le potenti regioni sulle quali, con una pacifica conquista... essi hanno piantato il vessillo della croce » Conferenza tenuta a Plymouth Massachusetts, il 22 dicembre 1824, p. 1 l.

« Aveva due corna come quelle d'un agnello ». Le corna di agnello simboleggiano la gioventù, l'innocenza, la dolcezza e rappresentano bene il carattere degli Stati Uniti quando il profeta li vide salire « dalla terra », nel 1798. Fra i cristiani esuli che per primi si rifugiarono in America per cercarvi un rifugio contro l'oppressione dei re e l'intolleranza religiosa, ve ne erano molti decisi a stabilire un governo che avesse come salde basi la piena libertà civile e religiosa. Le loro aspirazioni trovarono espressione nella dichiarazione di indipendenza che afferma questa grande verità: « Tutti gli uomini sono stati creati uguali » e hanno il diritto inalienabile « alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità ». La Costituzione garantisce al popolo il diritto all'auto-governo, provvedendo che dei rappresentanti eletti con voto popolare propongano e amministrino le leggi. Fu anche garantita la libertà religiosa, e così ognuno fu dichiarato libero di adorare Iddio secondo i dettami della propria coscienza. Il regime repubblicano e il Protestantesimo divennero le basi di quella-nazione, e costituiscono tuttora il segreto della sua potenza e della sua prosperità. Gli oppressi dì tutta la cristianità si sono volti verso questa terra con interesse e speranza. Milioni di emigranti sono sbarcati sulle sue rive, e in tal modo gli Stati Uniti hanno preso posto fra le nazioni più potenti della terra.

Ma la bestia con le corna come quelle di un agnello « parlava come un dragone. Ed esercitava tutta la potestà della prima bestia, alla sua presenza; e facea sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata sanata... dicendo agli abitanti della terra di fare un'immagine della bestia che avea ricevuta la ferita della spada ed era tornata in vita » Apocalisse 13: 11-14.

Le corna simili a quelle di un agnello e la voce di un dragone, indicano un contrasto stridente fra le dichiarazioni e l'operato della nazione così raffigurata. Il modo di parlare di una nazione è costituito dall'azione delle sue autorità legislative e giudiziarie, mediante la quale essa può anche smentire i princìpi liberali e pacifici posti a fondamento della cosa pubblica. La predizione secondo cui essa parlerà « come un dragone » ed eserciterà « tutta la potestà della prima bestia » predice molto chiaramente lo sviluppo di uno spirito di intolleranza e di persecuzione come quello manifestato dalle nazioni simboleggiate dal dragone e dalla bestia simile a un leopardo. L'affermazione che la bestia con due corna « facea sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia » rivela che questa nazione eserciterà la propria autorità per imporre certe pratiche religiose come atto di omaggio al papato.

Tale modo di procedere sarebbe ìn pieno contrasto con i princìpi di questo -governo, contrario al genio delle sue libere istituzioni, e anche alle dirette e solenni affermazioni della dichiarazione di indipendenza e della Costituzione. I fondatori della nazione vegliarono saggiamente perché la chiesa non potesse mai impossessarsi del potere civile, i cui inevitabili risultati sono l'intolleranza e la persecuzione. La Costituzione dichiara che « il congresso non emanerà alcuna legge che riguardi lo stabilimento di una religione o che ne vieti il libero esercizio »; essa aggiunge inoltre che « nessun requisito di carattere religioso sarà richiesto come qualifica per accedere a qualsiasi funzione o. incarico pubblico negli Stati Uniti ». Solo sopprimendo questi criteri posti a salvaguardia della libertà nazionale, le autorità civili' potrebbero imporre una qualunque osservanza di carattere religioso. Ma l'incoerenza di simile azione non sarebbe maggiore di quella indicata nel simbolo, e cioè: la bestia con le corna come quelle di un. agnello -che si dice pura, dolce e inoffensiva - che parla come un dragone.

« Dicendo agli abitanti della terra di fare un'immagine della bestia ». Qui è chiaramente presentata una forma di governo in cui il potere legislativo è nelle mani del popolo: nuova prova che la nazione indicata nella profezia sono gli Stati Uniti.

Ma che cos'è l'immagine della bestia? In che modo viene fatta? L'immagine è f atta dalla bestia con due corna, ed è quella alla o della prima bestia. Per sapere a che cosa somiglia l'immagine e in che modo viene fatta si debbono studiare le caratteristiche della bestia stessa: il papato.

Quando la chiesa primitiva si corruppe dipartendosi dalla semplicità del Vangelo e accettando i riti e i costumi del paganesimo, perdette lo Spirito e la potenza di Dio. Poi, per dominare sulle coscienze degli uomini, cercò l'appoggio del braccio temporale. Così nacque il papato, cioè una chiesa che controllava lo stato e se ne serviva per il conseguimento dei propri fini, specialmente per quel che riguardava la punizione dell'eresia. Perché gli Stati Uniti potessero fare un'immagine della bestia bisognava che il potere religioso dominasse il governo civile e facesse sì che l'autorità dello stato venisse usata dalla chiesa per il raggiungimento dei suoi scopi.

Ogni qualvolta la chiesa ha avuto il potere temporale, se ne è servita per reprimere il dissenso dalle sue dottrine. Le chiese protestanti che hanno calcato le orme di Roma alleandosi con le potenze del mondo, hanno manifestato anch'esse il desiderio di limitare la libertà di coscienza. Un esempio di questo è fornito dalla prolungata persecuzione dei dissidenti da parte della chiesa anglicana. Nei secoli sedicesimo e diciassettesimo, migliaia di ministri non conformisti furono costretti ad abbandonare le loro chiese e molti, sia predicatori sia laici, subirono multe, imprigionamenti, torture e martirio.

Fu l'apostasia a spingere la chiesa primitiva a cercare l'aiuto del governo civile; questo preparò la via allo sviluppo del papato: la bestia. Paolo disse che ci sarebbe stata l'apostasia e che si sarebbe manifestato l'uomo del peccato (2Tessalonicesi 2: 3). In tal modo l'apostasia della chiesa preparerà la via all'immagine della bestia.

La Bibbia afferma che prima della venuta del Signore ci sarà uno. stato di declino religioso simile a quello dei primi secoli. « Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del danaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz'affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza » 2 Timoteo 3: 1-5. « Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni » 1 Timoteo 4: 1. Satana opererà « con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi; e con ogni sorta d'inganno ». Tutti coloro che « non hanno aperto il cuore all'amor della verità per essere salvati » saranno preda dell'errore « onde credano alla menzogna » 2 Tessalonicesi 2: 9-1 l. Quando sarà stato raggiunto simile stato di empietà, si avranno gli stessi risultati visti nei primi secoli.

La grande diversità di credenze nelle chiese protestanti è da molti considerata come prova decisiva che non potrà Mai essere fatto nessun tentativo per giungere all'uniformità. Però da anni in seno alle chiese di fede protestante c'è una forte e crescente tendenza verso l'unione basata su comuni punti di dottrina. Per attuare questa unione si dovrà necessariamente evitare ogni discussione su argomenti sui quali non tutti sono d'accordo, per quanto importanti essi possano essere dal punto di vista biblico.

Carlo Beecher, in un sermone pronunciato nel 1846, dichiarò che il ministero « delle denominazioni evangeliche protestanti » è « non solo formato dal principio alla fine sotto la pressione di un timore prettamente umano; ma essi (i predicatori) vivono, si muovono, respirano in uno stato di cose fondamentalmente corrotto, richiamandosi sempre a ogni più basso elemento della loro natura, per soffocare la verità e piegare il ginocchio dinanzi alla potenza dell'apostasia. Non è così, dei resto, che le cose andavano a Roma? E che cosa vediamo profilarsi davanti a noi? Un altro concilio generale! Un raduno mondiale! - Un'alleanza evangelica e un credo universale ». Sermone su « The Bible a Sufficient Creed » predicato a Fort Wayne, Indiana, il 22 febbraio 1846. Una volta giunti a questo punto, per stabilire l'uníformità completa basterà fare solo un passo: ricorrere alla forza.

Quando le principali chiese degli Stati Uniti, unendosi sui punti di dottrina che sono loro comuni, influiranno sullo stato per-imporre i loro decreti e sostenere le loro istituzioni, allora l'America protestante avrà formato una immagine della gerarchia romana, e l'applicazione di pene civili ai dissidenti sarà l'inevitabile risultato.

La bestia con due corna « faceva sì comandava che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero dei suo nome » Apocalisse 13: 16, 17. L'avvertimento del terzo angelo dice: « Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà anch'egli del vino dell'ira di Dio ». La « bestia » qui menzionata, la cui adorazione è imposta dalla bestia con due corna, è la prima bestia di Apocalisse 13, simile al leopardo: il papato. L'immagine della bestia rappresenta quella forma di protestantesimo apostata che si andrà gradatamente sviluppando quando le chiese protestanti cercheranno l'aiuto dei potere civile per imporre i loro dogmi. Resta ora da stabilire il « marchio della bestia ».

Dopo l'avvertimento dato contro l'adorazione della bestia e della sua immagine, la profezia dice: « Qui son coloro che osservano i comandamentí di Dio, e la fede di Gesù ». Poiché coloro che osservano i comandamenti di Dio sono posti in contrasto con gli adoratori della bestia e della sua immagine e ne prendono il marchio, ne consegue che il rispetto della legge di Dio da una parte e la sua violazione dall'altra stabiliranno la distinzione fra chi adora Dio e chi adora la bestia.

La particolare caratteristica della bestia e della sua immagine è la trasgressione dei comandamenti di Dio. Daniele, parlando del piccolo ,corno, dice: « Penserà di mutare i tempi e la legge » Daniele 7: 25. Paolo, a sua volta, definì lo stesso potere « l'uomo del peccato », che doveva -esaltare se stesso al di sopra di Dio. Queste due profezie si completano. Solo cambiando la legge di Dio, il papato poteva innalzarsi al di sopra di Dio; infatti, chiunque consapevolmente osservasse questa legge così mutata, tributerebbe un onore supremo alla potenza responsabile di tale cambiamento. Questo atto di ossequio alle leggi papali sarebbe un marchio (o segno) di ubbidienza al papa anziché a Dio.

Il papato ha apportato un cambiamento alla legge di Dio. Il secondo comandamento che proibisce l'adorazione delle immagini, è stato tolto dalla legge, e il quarto è stato talmente modificato da autorizzare l'osservanza del primo giorno della settimana invece del settimo, il sabato. Ma i papisti asseriscono, come ragione della omissione del secondo comandamentol che esso non era necessario perché incluso nel primo, e così facendo essi presentano la legge esattamente come Dio aveva stabilito fosse compresa. Questo non può essere il cambiamento predetto dal profeta. Egli parla infatti di un cambiamento fatto con intenzione, deliberatamente: « E penserà di mutare i tempi e la legge ». La trasformazione del quarto comandamento adempie esattamente la profezia, perché la chiesa se ne attribuisce l'unica autorità. In questo modo, il potere papale si pone apertamente al di sopra di Dio.

Mentre gli adoratori di Dio si distinguono per il loro rispetto del quarto comandamento - che è il segno della sua potenza creativa e la testimonianza del suo diritto al rispetto e all'omaggio dell'uomo - gli adoratori della bestia si distingueranno per i loro sforzi intesi ad abolire il memoriale del Creatore per esaltare, al suo posto, l'istituzione di Roma. Fu a favore della domenica che il papato inizialmente affermò le sue arroganti pretese (33); il suo primo ricorso al potere dello stato fu per imporre l'osservanza della domenica come « giorno del Signore ». Ma la Bibbia indica il settimo e non il primo come giorno del Signore. Gesù disse: « Il Figliuol dell'uomo è Signore anche del sabato » Marco 2: 28. Il quarto comandamento afferma: « Il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno » Esodo 20: 10. Per bocca del profeta Isaia il Signore ha detto: « Il sabato... mio santo giorno » Isaia 58: 13

L'affermazione spesso ripetuta che Cristo cambiò il sabato è smentita dalle sue stesse parole. Nel suo sermone sul monte, Egli disse: « Non pensate ch'io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire: poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti ed avrà così insegnato agli uomini sarà chiamato minimo nel regno de' cieli; ma chi li avrà messi in pratica -ed insegnati, esso sarà chiamato grande nel regno dei cieli » Matteo 5:17-19.

I protestanti riconoscono generalmente che le Scritture non sanzionano affatto il cambiamento del sabato. Questo è chiaramente affermato da pubblicazioni edite dalla Società Americana dei Trattati e dall'Unione Americana delle Scuole Domenicali. Una di queste opere riconosce « il totale silenzio del Nuovo Testamento per quel che riguarda un ordine esplicito in favore della domenica o in fatto di norme definite per la sua osservanza » G. Elliott, The Abiding Sabbath, p. 184.

Un altro autore dice: « Fino alla morte di Cristo non avvenne alcun cambiamento del giorno... Per quanto risulta dai documenti, essi (gli apostoli) non diedero... nessun ordine esplicito che ingiungesse l'abbandono del sabato del settimo, giorno e l'osservanza del primo giorno della settimana » A. E. Waffle, The Lord's Day, pp. 186-188.

Gli autori cattolici confermano che il cambiamento fu fatto dalla loro chiesa e affermano che i protestanti, osservando la domenica, riconoscono l'autorità di Roma. Nel Catholic Catechism of Christian Religion (« Catechismo cattolico della religione cristiana »), in risposta alla domanda circa il giorno che deve essere osservato in ubbidienza al quarto comandamento, è detto: « Sotto l'antica legge il sabato era il giorno santificato; ma la chiesa istruita da Gesù Cristo e guidata dallo Spirito di Dio ha sostituito la domenica al sabato; così ora noi santifichiamo il primo giorno e non il settimo. La domenica significa, ed è ora, il giorno del Signore ».

Come segno dell'autorìtà della chiesa cattolica, gli, scrittori papali citano « il fatto stesso di avere cambiato il sabato nella domenica, che i protestanti accettano... Essi, osservando la domenica, riconoscono la facoltà che la chiesa ha di ordinare feste e di imporle, sotto pena di peccato » Henry Tuberville, An Abridgment of the Christian Doctrine, p. 58. Che cos'è, perciò, il cambiamento del sabato se non il segno, o marchio, dell'autorità della chiesa cattolica: il marchio della bestia?

La chiesa cattolica. non ha rinunciato alla sua pretesa di supremazia, e quando il mondo protestante accetta il giorno che essa ha creato, rigettando il sabato biblico, ammette virtualmente questo suo diritto. Esso può richiamarsi all'autorità della tradizione dei Padri per giustificare il cambiamento, ma in tal modo ignora il principio che lo separa da Roma: « La Bibbia e la Bibbia solamente è la' religione dei protestanti ». I sostenitori del papato possono vedere come i protestanti si ingannano chiudendo volutamente gli occhi dinanzi ai fatti. Perciò, mentre il movimento per imporre la domenica va acquistando favore, essi si rallegrano nella certezza che questo finirà col richiamare l'intero mondo protestante sotto la bandiera di Roma.

I cattolici dichiarano che « l'osservanza della domenica da parte dei protestanti è un omaggio che essi tributano all'autorità della chiesa cattolica » Mons. Segur, « Plain Talk About the Protestantism of Today » p. 213. L'imposizione dell'osservanza della domenica da parte delle chiese protestanti in fondo è l'obbligo di adorare il papato, la bestia. Coloro che pur comprendendo le esigenze del quarto comandamento preferiscono osservare il falso sabato anziché il vero, si piegano davanti al potere che lo ordina. Nell'atto, poi, di imporre un dovere religioso per mezzo del potere civile, le chiese formeranno esse stesse un'immagine alla bestia; per cui l'imposizione di osservare la domenica, negli Stati Uniti, sarebbe l'obbligo di adorare la bestia e la sua immagine.

I cristiani delle passate generazioni osservavano la domenica, convinti che fosse il giorno di riposo prescritto dalla Bibbia. Anche oggi vi sono dei sinceri cristiani in ogni chiesa, cattolica compresa, i quali onestamente ritengono che la domenica è il giorno di riposo designato da Dio. Il Signore accetta la loro sincerità di propositi e la loro integrità nei suoi confronti; ma quando l'osservanza della domenica verrà imposta per legge, e il mondo sarà illuminato sull'obbligatorietà del vero sabato, allora chiunque trasgredirà il comandamento di Dio per ubbidire a un precetto che trae autorità da Roma, onorerà il papato al di sopra di Dio, perché si piegherà a Roma e alla potenza che ne impone l'istituzione; adorerà la bestia e la sua immagine. Quando gli uomini rigettano l'istituzione che Dio definisce segno della sua autorità, e onorano al suo posto quello che Roma ha scelto come pegno della sua supremazia, accettano il segno di sottomissione al papato, cioè « il marchío della bestia ». Una volta che la cosa sarà stata chiaramente esposta al mondo e gli uomini saranno invitati a fare la loro scelta fra i comandamenti di Dio- e i comandamenti degli uomini, chi persisterà nella trasgressione riceverà « il marchio della bestia ».

La più terribile minaccia che mai sia stata fatta ai mortali è contenuta nel terzo messaggio. Si tratta di un peccato tremendo perché provoca l'ira di Dio non mitigata dalla sua misericordia. Non si possono quindi lasciare gli uomini all'oscuro su una questione così importante.e l'avvertimento contro questo peccato deve essere dato al mondo prima* che si manifestino i giudizi di Dio, affinché tutti possano sapere perché questi vengono inflitti e abbiano l'opportunità di sottrarvisi. La profezia dichiara che il primo angelo dà il suo annuncio a « ogni nazione e tribù e lingua e popolo ». L'avvertimento del terzo angelo fa parte dello stesso triplice messaggio e non dovrà essere meno esteso. Esso sarà proclamato, dice la profezia, con gran voce da un angelo che vola in mezzo al cielo e che richiama l'attenzione del mondo.

In questo conflitto l'intero mondo sarà diviso in due grandi classi: coloro che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù e coloro che adorano la bestia e la sua immagine e che ne ricevono il marchio. Sebbene la chiesa e lo stato costringano « tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi » Apocalisse 13: 16, a ricevere « il marchio della bestia », nondimeno il popolo di Dio non lo riceverà. Il profeta di Patmos predisse: « Quelli che avevano ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome,... stavano in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio. E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell'Agnello » Apocalisse 15: 2, 3.

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